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Giuseppe Zanardini, salesiano, missionario, antropologo si interessa della cultura e di tutto ciò che riguarda la convivenza e la struttura di una società, a partire dall'osservazione della vita e degli avvenimenti. Da qui ha imparato, per fare un esempio, che l'indigeno "arandú" (il saggio), personificato nel romanzo dallo sciamano Nyben, sa scoprire "nel sussurro delle foglie della foresta, nel volo e nel canto degli uccelli", il senso della vita e la ragione della propria esistenza. Il romanzo biografico è ambientato nella foresta del Paraguay e prende in analisi vari aspetti: dimensione ecologica, teologica, socio-politica, femminile, e la trasformazione personale del protagonista, Raul, alias dell'Autore Giuseppe Zanardini. Giuseppe Zanardini, bresciano di nascita, dopo la laurea in Ingegneria chimica al Politecnico di Milano nel 1970, si trasferì a Roma per studiare filosofia e teologia: venne ordinato sacerdote salesiano nel 1975. Nel 1978 partì per il lontano Paraguay, nel cuore dell'America Latina con l'intenzione di vivere a stretto contatto con le popolazioni della selva nell'esteso territorio del Chaco. Si immerse nel mondo indigeno condividendo le gioie, le speranze e anche le delusioni della gente. Per comprendere meglio e affinare la metodologia di lavoro con i popoli originari, si perfezionò in Antropologia Sociale all'Università di Londra. Ritornato tra gli indigeni, con gli sciamani e i "cacichi" (i leader), diede inizio a un tipo di educazione interculturale che favorisse le lingue e le culture di quei popoli e nello stesso tempo preparasse i giovani indigeni al dialogo con le culture circostanti, essendo ormai impossibile vivere isolati senza avere contatti con gli altri. Grazie al suo impegno, nel 1992, si arrivò per la prima volta nella storia del Paraguay indipendente, all'approvazione nella nuova Costituzione di un capitolo dedicato ai diritti collettivi dei popoli indigeni. Prefazione José Rubio. Postfazione Arnaldo Nesti.